La grande Italia del vino da pochi giorni è stata protagonista della 52° edizione del Vinitaly a Verona. Il vino è certamente la bevanda più antica ed apprezzata al mondo ed è anche un elemento distintivo della cultura e dell’eccellenza italiana. Nel nettare degli dei troviamo un forte valore storico ed antropologico che deriva dalla sua natura complessa e poliedrica. In un buon bicchiere di vino, le componenti chimico-organolettiche presenti, sono frutto del territorio visto come terreno agricolo, come clima, esposizione, tradizione, mito, competenze antiche, tecnologia moderna e persino economia locale. Il vino è cultura per come viene prodotto ed è luogo di cultura italiana, di storia d’ Italia nella sua più grande biodiversità territoriale e varietà di vitigni autoctoni da nord a sud. Il vino attraverso metodi di lavoro, tradizioni contadine, nella condivisione sociale del territorio, viene scelto attraverso un universo di usi e costumi per la sua essenza, provenienza e sulle tante emozioni che è in grado di suscitare.
Grazie a queste profonde radici storiche e culturali, oggi la vitivinicoltura italiana rappresenta uno dei fattori di successo del made in Italy nel mondo. Il vino italiano è la prima voce dell’export agroalimentare con un fatturato in constante crescita del + 6,2%, per un valore complessivo di 6 miliardi di euro su 13 miliardi di produzione totale. Il mercato statunitense, dove i consumi di vino quest’anno sono aumentati dell’ 1,4%, vale per il nostro paese 1,6 miliardi di euro annui. La Cina è un mercato strategico per chi esporta vino: 2,5 miliardi di euro. Previsti consumi in aumento al tasso del 6-9% annuo, grazie all’ aumento della ricchezza media pro capite.
Dal Vinitaly un’ esortazione a puntare sempre più verso una crescita qualitativa dell’internazionalizzazione del vino made in Italy. Una crescita da pianificare assieme alle istituzioni con presidi fisici ed informativi sui 5 continenti. Come tendenze, per i prossimi 5 anni si vede una grande affermazione dei prodotti a marchio green (bio o sostenibili), secondo un sondaggio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor. Il vino attira il turismo; nel 2017 è stato stimato che tre italiani su quattro (74%) hanno acquistato almeno una volta il vino direttamente dal produttore in cantina o nei mercati degli agricoltori. Tale risultato alimenta l’enoturismo che è stimato in 2,5 miliardi di euro sul territorio nazionale ( Coldiretti).
La passione per la tradizione e per la difesa dell’ ambiente, hanno suscitato forti emozioni presso la cantina abruzzese Rosarubra che tra i tanti vini, ne ha portato uno frutto di un ottimo lavoro di valorizzazione di un antico vitigno: il Pecorino.
Da un vigneto di pecorino antico con più di cento anni di storia, nell’ appennino centrale a circa 900 metri d’ altitudine, sono state prelevate marze che sono state impiantate nella tenuta Rosarubra di Pietranico (PE). Il vino Pecorino Shaman è il frutto di un progetto ed il racconto di una storia che esalta le emozioni provenienti da un ‘ottima integrazione tra vitigno ed ambiente, esempio anche di differenziazione dell’ offerta enologica italiana e di caratterizzazione con prodotti di difficile imitazione.
Rosarubra è una tenuta biologica e biodinamica sita in Pietranico (PE) un’oasi abruzzese dove vengono prodotti pluripremiati vini .
Il settore del vino è capace di rigenerare e sviluppare tanti territori , attraverso la proliferazione di attività imprenditoriali, commerciali, culturali enocorrelate , incarnando non solo l’eccellenza dell’italianità, del buongusto, dell’ alta qualità, della genuinità, ma anche uno stile di vita altamente apprezzato nel mondo: italian way of life .